

Ca’ Rezzonico , oggi sede del Museo del Settecento veneziano, fu costruito a partire dal 1649 per la famiglia Bon su progetto del più importante architetto del Barocco Veneziano Baldassarre Longhena. La morte dell’architetto e le difficoltà economiche della famiglia Bon, tuttavia, lasciarono il palazzo incompiuto. Nel frattempo la famiglia Rezzonico, di origini lombarde, si era trasferita a Venezia e aveva acquistato il titolo nobiliare.
Giambattista Rezzonico, mercante e banchiere, affidò il completamento del palazzo a Giorgio Massari, uno dei più affermati ed eclettici professionisti del medio Settecento veneziano: nel 1756 l’edificio risultò completato.
Contemporaneamente si diede il via anche alla decorazione dell’edificio con l’intervento dei maggiori pittori allora attivi a Venezia: Giambattista Crosato, Pietro Visconti, Giambattista Tiepolo, Jacopo Guarana e Gaspare Diziani. L’edificio fu completato nel 1758, quando il fratello di Giambattista, Carlo Rezzonico, venne eletto papa col nome di Clemente XIII: l’evento segna il vertice della fortuna della famiglia e del palazzo.
Dopo soli cinquant’anni, la potente famiglia si estingueva e iniziava così per il patrimonio d’arte e di storia del luogo una lunga, difficile e tormentata stagione di smembramenti e dispersioni. Il palazzo passò nell'Ottocento a diversi proprietari tra cui lo scrittore Robert Browning, che vi morì. Successivamente venne rilevato dal conte Lionello Hirschell de Minerbi, deputato del Parlamento italiano, che lo cedette nel 1935 al Comune di Venezia.